
Aramburu ritorna dopo “Patria”, e lo fa magistralmente. Uno scrittore che illumina, e che regala al pubblico un altro splendido romanzo. Un libro che racconta l’intima esistenza del protagonista (un professore di filosofia deluso e arrabbiato col mondo al punto tale da fissare al 31 luglio la sua ultima giornata di vita terrena) con una ironia talmente dignitosa da renderla fuori dal comune. La vastità del romanzo non distrae il lettore dalla splendida vena umanista e dalla grande speranza che fa capolino in ogni pagina dello stesso. Gli stessi personaggi di secondo piano come la ex moglie Amalia, il problematico figlio Nikita, la ex fidanzata Agueda, l’unico amico “Bellagamba” (anche lui deciso alla dipartita da questo mondo) fino ad arrivare al cane Pepa; rendono quest’opera davvero eccezionale. E allora tanto di cappello, ancora una volta, Fernando Aramburu. Da leggere assolutamente!